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Qualcosa che resta nel tempo

Qualcosa che resta nel tempo

QUALCOSA CHE

RESTA NEL TEMPO

La Storia

Una  storia che cammina per raccontare qualcosa che resta nel tempo. Una storia che ispira, che organizza, che dà senso e significato, che tiene assieme quello che è stato, quello che è e quello che sarà.

Scritte per La Pietra Azzurra

Il primo passo l’ha fatto Michele Croccia, è lui il leader de La Pietra Azzurra e lui ha deciso che era venuto il momento che tutto il team, compreso Michele Jr. che nei giorni caldi dell’estate è stato addetto a piegare i contenitori di cartone per le pizze, scrivesse e condividesse una storia che cammina.
La decisione ha attivato il percorso creativo, che ha portato all’idea di incidere su ogni scarpa due frasi o gruppi di parole chiave: la prima frase, quella lato interno, uguale per tutti, sarebbe stato il messaggio del capitano al suo equipagaggio; la seconda, lato esterno, sarebbe stato il messaggio che ogni singolo componente del team, compreso Michele, voleva condividere con i propri compagni, con la propria comunità, con il mondo. Insomma se non ci avesse già pensato Alexandre Dumas per i suoi moschettieri, “uno per tutti e tutti per uno” sarebbe stato un buon titolo per questa storia. Michele però non è voluto essere da meno, ha ripreso uno dei pensieri chiave della sua vita e del suo lavoro e ha scelto la frase da condividere con il suo team: Qualcosa che resta nel tempo.  Il passo successivo è stato chiedere a ciascuna/o di scegliere in totale libertà la frase o le parole con cui voleva camminare.
Come accade di norma in questi casi, ognuna/o  lo ha fatto in tempi diversi, ognuna/o ha pensato, tutti hanno scelto e scritto la frase o le parole che meglio li rappresentavano, le potete leggere qui di seguito. 

Ricorda di osare sempre
Non mollare mai
Lasciati indietro il passato e vivi il presente
Pensa, Credi, Sogna, Osa
Vivi, Ama, Sorridi

Never give up
Resta, Sogna
Nankurunaisa: con il tempo, si sistema tutto
Generosità, Dono, Anima
Non si finisce mai di imparare

Qualcosa che resta nel tempo

LA PIETRA AZZURRA

Ecco, adesso che avete letto speriamo che vi siate meravigliati come ci siamo meravigliati noi dinnanzi a frasi e parole che stanno insieme come a formare un piccolo componimento con un proprio senso e significato, una sorta di piccolo manifesto da condividere dentro e fuori la propria comunità, i propri mondi.
Sembra incredibile eppure è vero, i pensieri e le parole hanno trovato il loro posto da soli, il solo piccolo aggiusto che abbiamo fatto  riguarda il tempo di una frase, che nell’originale era  “lasciarmi dietro il passato e vivere il presente”.
Se tutto questo significa poco o tanto ciascuna/o lo può decidere da sé, noi ci abbiamo visto un segno, una possibilità, un’occasione per ritornarci su e creare, raccontare e ricreare nuove storie di organizzazioni che camminano, storie che tengono insieme e creano link tra le persone, quello che sanno e che sanno fare, storie che indicano vie, storie che segnano il tempo, storie che colgono opportunità e le moltiplicano. 

lamiastoria@scritte.blog

 

Lieviti

Lieviti

LIEVITI

La Storia

Questa storia racconta il rispetto, il riscatto, la voglio di farcela, l’amore per il lavoro.

Michele e Alfonso Croccia

 

Il Racconto di Alfonso Croccia


Per me lieviti rappresenta il modo di essere e di fare della nostra famiglia
.
A casa nostra gli antichi già facevano questa cosa, e quindi noi vogliamo continuare a portare avanti questa tradizione, e migliorarla, tenendo insieme la tradizione e la sperimentazione, l’innovazione.

La mia passione per la pizza è nata da piccolo.
Quando papà aveva finito di fare l’impasto rimaneva sempre una pallina piccola, perché quando fai l’impasto è così, alla fine rimane sempre una pallina più piccola.
Mio padre questa pallina la dava a me e mi faceva giocare, e io facevo una pizza più piccola; è stato così che ho cominciato a pensare che quello del pizzaiolo era un bel mestiere, che quando diventavo grande mi sarebbe piaciuto farlo come lavoro.

Quando mio padre mi ha detto che aveva fatto fare questa storia che cammina anche per me ho provato bei sentimenti.
Lui sa che posso crescere e che si può fidare di me. Regalandomi le scarpe mi ha voluto dedicare il suo rispetto nei miei confronti.

Quando mi avete chiamato e ho visto le scarpe che ho scelto, le sneakers classiche, sono stato contento.
Penso che mio padre le ha fatte fare perché hanno una storia dietro, una storia che si tramanda di generazione in generazione. Lo ringrazio con molto cuore.

Il lievito è per me l’emblema della vita. Come nel lievito, anche nella vita c’è una fase di crescita e poi di discesa, è un processo naturale, l’importante è dare il tempo giusto alle cose, dare loro il giusto valore.
Quando penso al lievito penso innanzitutto a mia nonna.
Ricordo che avevo 3 – 4 anni e già andavo a mettere le mani nella pasta che lei aveva aveva fatto lievitare per fare il pane. Per me era un gioco, e lei a volte si arrabbiava, perché voleva che niente andasse sprecato.
Ricordo anche che al tempo ‘o luvato, il lievito, si scambiava di famiglia in famiglia, veniva rinnovato 3 – 4 volte a settimana. Oggi faceva il pane la mia famiglia, domani lo faceva uno zio, una zia e si lasciava sempre un pezzo di lievito si passava da una famiglia all’altra. In questo passaggio da famiglia a famiglia si passava il rispetto che c’era tra le persone, il rispetto che era alla base di tutto, mi viene la pelle d’oca ogni volta che lo ricordo. Non a caso mia nonna alle persone che non rispettava, e che non mostravano rispetto, ‘o luvato non lo dava.
In realtà all’epoca, alla base di qualsiasi lavoro, di qualsiasi fare, c’era il rispetto tra le persone, che era una cosa superiore a tutto il resto, compresi i soldi.
Non contava niente, solo il rispetto contava, il rispetto tra le persone. E quando si doveva dare un qualcosa a una persona, si doveva dare una mano, si doveva aiutare in qualsiasi modo, si lasciava tutto il resto da parte, si doveva fare e basta, non c’erano scusanti.

Tornando a me, voglio dire che vivo la mia vita come un riscatto, per me riuscire nella vita, riuscire in un piccolo paese come Cip, nel Cilento, è una grande soddisfazione. Il senso di riscatto è quello di riuscire, nella propria terra, a creare un qualcosa che ti porti dentro e che poi man mano, con la tua crescita, si sviluppa con naturalezza.  
Per concludere, ci tengo a dire che questa storia è dedicata innanzitutto a mio figlio Alfonso, al quale ho regalato le mie stesse scarpe. Spero che esse siano una guida per la sua vita futura, le scarpe in cui camminare per trovare la sua via. Per petersi realizzare nella vita tenendo sempre fede ai valori della nostra famiglia.
Insieme a lui, è dedicata a tutte le persone vere, quelle che condividono il mio approccio e il mio modo di fare, il rispetto della natura, il rispetto delle regole, il rispetto della verità, il rispetto del lavoro, l’amore per le cose fatte bene.

Michele Croccia

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